Il
personaggio
Kaiser Thomas
Ventisei anni, campione del mondo, difensore e centrocampista: Berthold
é ancora alla ricerca della consacrazione
di Marco Brunetti
Voeller,
Klinsmann, Matthaeus, Brehme, Haessler, Riedle. Tutti tedeschi campioni del
mondo che militano nel nostro campionato. AI pari di Thomas Berthold.
Il difensore romanista, però, non sembra godere della stessa stima
dei suoi connazionali. Davvero strano, visto che il «tedeschino»
non soltanto ai recenti Mondiali è stato titolare inamovibile nella
Nazionale di Beckenbauer, ma anche perché sono in pochi, nella Germania,
a vantare un numero di presenze superiore al suo.
Eppure, Berthold non è riuscito a diventare un personaggio al pari
dei suoi amici tedeschi.
Tutto questo nonostante il suo rendimento in Italia, prima col Verona e da
due stagioni con la casacca giallorossa, non abbia mai lasciato a desiderare.
Questione di carattere, forse; o anche di immediata simpatia. C'è chi
riesce a conquistare la gente, i tifosi, in un attimo e chi fatica, forse
non venendone mai a capo, a ritagliarsi uno spazio nel cuore di quanti amano
il calcio.
Berthold è professionista esemplare e calciatore assai duttile. In
pratica, nel reparto difensivo può ricoprire qualsiasi ruolo: libero,
marcato re centrale o laterale e anche fluidificante. Per lui, nessun problema,
anche se ha più volte ripetuto di gradire soprattutto il ruolo di marcatore
«per essere maggiormente nel vivo del gioco».
Nella passata stagione, Radice l'ha impiegato molte volte in qualità
di terzino arrembante, con licenza di provare il tiro e di spingersi in occasione
dei calci piazzati.
Quest'anno, invece, Bianchi preferisce utilizzarlo da marcatore, in copia
con il brasiliano Aldair. I due costituiscono un tandem difensivo inedito,
per il calcio italiano, visto che entrambi sono stranieri.
C'è chi dice che il difetto più grande di Thomas sia la mancanza
di concentrazione, cioè che spesso e volentieri vada incontro a delle
ingiustificate pause, lasciando via libera al suo diretto avversario.
Può anche esser vero, non vanno tuttavia ignorate le sue indubbie qualità.
Di gran combattente, innanzitutto.
Berthold non sarà forse un campione di stile, ma certo non è
uno di quei difensori abili soltanto nel buttare via, il più lontano
possibile, il pallone.
A ventisei anni, con due campionati mondiali alle spalle (un primo e un secondo
posto), non ha ancora raggiunto la piena maturità, in campo.
I suoi margini di miglioramento sono ampi, mentre sul piano fisico, vanta
ben pochi rivali.
Questo perché il «tedeschino» ha deciso, da sempre, di
non concedersi pause, ed è quindi facile incontrarlo a Trigoria, in
allenamento, anche nei giorni di riposo. Lui è fatto così.
Inevitabilmente
il non essere personaggio gli ha creato qualche problema. A Roma non è
riuscito ad imporsi come il connazionale e amico Voeller, ma di questo non
si preoccupa, visto che punta esclusivamente sui risultati del campo. Che,
dati alla mano, in carriera finora gli hanno dato ragione. Anche se più
con la maglia della nazionale tedesca che con quelle di Verona e Roma.
I tifosi, a dire il vero, conoscono poco Berthold. Questo perché lui
non ama le prime pagine e spesso preferisce restare in secondo piano, anche
quando le cose, in campo, gli vanno bene. A Roma si è ambientato alla
perfezione, così come all'interno della squadra. Il suo contratto con
la società giallorossa scadrà nel giugno del '91: c'è,
dunque, ancora tempo per decidere per la conferma o meno. Intanto lui cerca
di dare ogni volta il massimo, nel ruolo di marcatore o di fluidificante o
addirittura a centrocampo. Una specie di jolly, a disposizione di Bianchi,
ma questa etichetta Thomas non la gradisce affatto, perché la considera
ingiusta e penalizzante. Teoricamente, il ruolo più adatto a lui sembra
quello di laterale, quello che può permettergli di sfruttare al massimo
la progressione, il potente tiro e l'elevazione. E il gol realizzato a Bologna
lo dimostra.
Questi, comunque, sono discorsi che competono soltanto a Bianchi. Anche se
non va dimenticato che proprio da laterale Berthold ha conquistato all'Olimpico
il titolo di campione del mondo. Ricordate? Kohler e Buchwald marcatori, con
Augenthaler libero, Brehme e appunto Thomas sulle corsie esterne. Perché
non provarci di nuovo?
Tratto da La Roma dicembre 1990
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